
Si capisce subito quando una guida è in gamba. Non tanto dai sorrisi di benvenuto, ma da quello sguardo che lascia intendere: con me non si scherza! Avendo conosciuto guide in ogni parte del mondo, per me non c’è dubbio che quelle egiziane sono le più brave in assoluto. Archeologi, storici e antropologi sono garbati e coinvolgenti e, soprattutto, esperti nel domare turisti in overdose da piramidi.
Appena arrivati alle Galapagos e imbarcati sulla motonave La Pinta per una crociera tra le isole, è bastato poco per capire che John, la nostra guida naturalista, era uno tosto. Con la calma di un monaco zen e l’autorità di un sergente dei marine, ha messo subito in chiaro le cose: “Qui comandano gli animali, noi siamo solo ospiti.” E in effetti, quella sera passeggiando sul lungomare, ci siamo trovati a fare strada tra leoni marini distesi sul marciapiedi, iguane che ci guardavano con sufficienza, e uccelli marini booby dalle zampe blu che ci salutavano inclinando la testa.
Il giorno dopo, la prima vera prova con un’escursione a piedi lungo la scogliera, e John che ci raccomandava di stare uniti, in un gruppo compatto “in fila indiana, per rispetto della natura e degli animali”, dice. Facile, no? Ma per gli italiani, il concetto di “gruppo compatto” può assumere forme diverse e piuttosto elastiche. C’era chi sgattaiolava avanti per scattare la foto perfetta, chi si incantava a guardare il panorama e chi restava indietro chiacchierando.
La reazione di John? Implacabile. Si gira verso di noi e con tono pacato ma fermo, annuncia “Se non rimanete in gruppo, si torna sulla nave. E non si scende più.” Il risultato? un gruppo in perfetta fila indiana conscio di dover seguire gli ordini di John per non perdere il resto di un’avventura straordinaria in una delle mete più spettacolari al mondo.