Guttuso
La vittoria della pittura con de Conciliis, Guccione e Guttuso”: una mostra ai Musei di San Salvatore in Lauro
Roma – Piazza San Salvatore in Lauro, 15 (fino al 5 marzo 2022)
di Luisa Chiumenti
Le venti “nature morte” di Ventrone, realizzate per lo più ad olio con tecnica mista su tela di lino, appaiono in mostra colme di naturalezza nel mostrare, in tutta la loro fragranza, nelle loro ceste, uva e foglie di vite, mele, cachi, limoni, arance, mandarini, e poi ancora ciliege, fragole, zucche, funghi, frutta secca, ed anche, con i loro colori smaglianti, i singoli melograni o altra frutta o alcuni turgidi pezzi di rosse angurie. Ed è proprio la forza espressiva di quei colori che fece dare all’artista, da parte di Federico Zeri, l’appellativo così particolare di “Caravaggio del XX secolo”.
E mi sembra piuttosto interessante leggere leggere, fra le righe della “formazione” stessa di Ventrone, alcune sue speciali tendenze, tra da un lato il naturale istinto verso l’essenza strutturale delle cose che rappresenta, derivatogli dalla sua frequentazione della facoltà di architettura a Roma (dopo il liceo artistico, fra il 1964 e il ’68) e dall’altro l’interesse vivissimo per la natura in se stessa, analizzata nei suoi più profondi aspetti.
Ventrone
Come sottolinea la curatrice della mostra, Victoria Noel-Johnson, “Luciano Ventrone riesce a “trasformare” ciò che vede in un processo che implica la transustanziazione straordinaria dell’ordinario. Le sue nature morte iperrealiste, in cui frutta, flora e fauna vengono solitamente elette a protagoniste, sono tecnicamente impeccabili.
Perfetta la padronanza della tecnica dell’artista che “facilita la metamorfosi dei soggetti “imperfetti” da lui scelti in illusioni di misteriosa perfezione”, con l’aiuto anche di immagini fotografiche che si comportano da “filtri ottici” di quella realtà oggettiva.
E, a proposito del lavoro insistente della luce che, con intelligente virtuosismo “gioca” al di sotto della tela, ci piace ricordare qui un acuto giudizio siglato da un critico d’arte come Edward lucie-Smith, che ha descritto il suo lavoro in tal senso come un’“intensa esperienza della realtà [che] proietta lo spettatore non solo in una diversa dimensione di esperienza fisica, ma in un mondo diverso di sentire. In sostanza, le nature morte di Ventrone sono oggetti per la contemplazione, e offrono il tipo di passaggio verso gli stati contemplativi che prima erano solo di una pertinenza dell’arte religiosa”.
Guccione
Particolarmente adatta la sede dei Musei di San Salvatore in Lauro nell’articolarsi degli spazi e persino nel colore e nel tipo di materiale che caratterizza le pareti tutt’attorno, per mettere a confronto le nature morte di Renato Guttuso ed Ettore De Concillis, nei riguardi del mare, altra tematica molto cara a Ventrone. Ed ecco così esaminato in mostra il confronto con Renato Guttuso ed Ettore de Conciliis, dove “il mare agitato” di Ventrone è paragonato alle acque sempre calme di Piero Guccione ed Ettore de Conciliis”.
La mostra è stata organizzata da “Il Cigno GG Edizioni”, quale “terza tappa di un percorso iniziato al “Mart” di Rovereto, come ha spiegato Lorenzo Zichichi, presidente de “Il Cigno GG Edizioni” , con la mostra dal titolo “Luciano Ventrone. La grande illusione”, in cui le nature morte di Ventrone erano messe a confronto con Caravaggio e il Maestro di Hartford, proseguita poi alla Fondazione Majorana di Erice con la mostra ” de Chirico e Ventrone, “La vittoria della pittura”, un confronto questa volta con de Chirico e la Metafisica
Tra le opere in mostra anche “Solleone”, “Linea di pensiero” e “Mutamenti” di Luciano Ventrone, “Studio per il muro del mare (Libera)”, “La spiaggia e la luna” e il dittico “Pale del Battistero di Santa Maria degli Angeli: L’incontro” e “La spiaggia e la luna” di Piero Guccione, “Il monte Pellegrino a Palermo, la sera” e il dittico “Notturno a Venezia” di Ettore de Conciliis, “Natura morta” del 1962 e “Natura morta” del 1968 di Renato Guttuso.
Guttuso
E sono molto significative le parole con cui si esprime l’ambasciatore Umberto Vattani, presidente della “Venice International University” , per cui “L’universo ritratto da de Conciliis è un universo acquatico che si presenta ai nostri occhi non solo sotto le varianti temporali del giorno e della notte, ma anche delle stagioni: dalla melanconia dell’autunno, alla trasparenza dell’inverno, all’esplosione dell’estate.”
E ancora “. La narrazione nei quadri di Ettore de Conciliis è memoria. La composizione delle immagini e la loro sequenza esercitano una forza d’impatto nel visitatore attonito e meravigliato di fronte a inattese rappresentazioni di un mondo acquatico”.
La mostra si offre al visitatore per una lettura attenta che coinvolge letteralmente come avviene ad esempio di fronte a quell ‘“azzurro assoluto”, che nelle tele di Guccione è “protagonista di cielo e mare”, poiché, come dice Sgarbi, “Nessun artista ha così tenacemente ricercato l’essenza dell’azzurro come Piero Guccione.
Per informazioni: Il Cigno G.G. Edizioni – tel. 06 6865493