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Home Senza categoria “SEBASTIÃO SALGADO. AMAZÔNIA”

“SEBASTIÃO SALGADO. AMAZÔNIA”

Sciamano Yanomami dialoga con gli spiriti prima della salita al monte Pico da Neblina. Stato di Amazonas, Brasile, 2014

 

Una mostra al MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo.

Roma, Via Guido Reni 3A

(fino al 13 febbraio 2022)

© Sebastião Salgado/Contrasto

 di Luisa Chiumenti

 Oltre 200 fotografie di Sebastião Salgado introducono il visitatore della mostra “Sebastião Salgado. Amazônia”, (unica tappa italiana del progetto), in una incredibile atmosfera che lo fa sentire realmente immerso nella stupenda foresta amazzonica. La forza espressiva delle immagini realizzate da Salgado (vincitore per la fotografia della edizione 2021 del prestigioso Praemium Imperiale, ossia il Nobel delle Arti), è tale che subito si capta l’energia vitale che scaturisce dalla maestosità di quella vegetazione, dalla “potenza delle montagne, il fragore delle acque”, su cui si innesta la vita stessa delle popolazioni indigene che ne sono in effetti i veri custodi, imponendone la valorizzazione da parte della società attuale.

 

 

Indigeni Marubo. Stato di Amazonas, Brasile, 1998

 

E del resto ciò corrisponde a quanto Salgado stesso aveva espresso di voler raggiungere quale esito culturale della sua mostra: “Questa mostra”, egli ha detto “ è il frutto di sette anni di vissuto umano e di spedizioni fotografiche compiute via terra, acqua e aria. Sin dal momento della sua ideazione, con “Amazônia” volevo ricreare un ambiente in cui il visitatore si sentisse avvolto dalla foresta e potesse immergersi sia nella sua vegetazione rigogliosa sia nella quotidianità delle popolazioni native. Queste immagini vogliono essere la testimonianza di ciò che resta di questo patrimonio immenso, che rischia di scomparire. Affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori episodi di distruzione e depredazione, spetta a ogni singolo essere umano del pianeta prendere parte alla sua tutela”.

 

 

Giovani donne Suruwahá. Stato di Amazonas, Brasilel, 2017

 

Nella prima parte dell’esposizione le fotografie appaiono, in una ambientazione paesaggistica, con la “Panoramica della foresta”, in cui si presenta al visitatore l’Amazzonia vista dall’alto, e poi con  “I fiumi volanti”, una delle caratteristiche più straordinarie di una foresta pluviale, in cui una grande quantità d’acqua si innalza verso l’atmosfera. Tutta la forza, a volte devastante, delle piogge è poi narrata in modo eccezionale in “Tempeste tropicali”, mentre “Montagne” presenta i rilievi montuosi che contrassegnano la vita del bacino amazzonico.

 

Anavilhanas, isole boscose del Río Negro. Stato di Amazonas, Brasile, 2009

 

Si prosegue poi con la sezione “La foresta”, un tempo definita “Inferno Verde”, straordinario “tesoro della natura”, per concludersi con “Isole nel fiume”, l’arcipelago che emerge dalle acque del Rio Negro. La seconda parte dell’esposizione è dedicata alle diverse popolazioni indigene immortalate da Salgado nei suoi numerosi viaggi, dagli Awá-Guajá (450 membri considerati la tribù più minacciata del pianeta), agli Yawanawá, (che, ripreso il controllo delle proprie terre e la diffusione della loro cultura) ai Korubo, che, ben lontani da contatti esterni, hanno avuto proprio con la spedizione di Salgado nel 2017, la prima occasione di incontro sociale con documentaristi e giornalisti.

 

Indiana Yawanawá. Stato di Acre, Brasile, 2016

 

Oltre alle immagini, poste a diverse altezze e presentate in diversi formati, la mostra ha individuato, con un efficace allestimento, alcuni spazi che ricordano le “ocas”, ossia quei piccoli e isolati insediamenti umani esistenti nel cuore della giungla. Accompagnati da una traccia audio composta appositamente per la mostra da Jean-Michel Jarre e ispirata ai suoni autentici della foresta, i visitatori captano, in modo davvero emozionante il fruscio degli alberi, i versi degli animali, il canto degli uccelli, ma anche il suono fragoroso o dell’acqua che precipita dalle montagne.

 

Arcipelago fluviale di Mariuá. Rio Negro. Stato di Amazonas, Brasile, 2019

 

Questa mostra fa sì che le poche persone che hanno avuto la fortuna di visitare quei luoghi, abbiano l’emozione di rivivere quella singolare esperienza!

Per informazioni: www.maxxi.art

info@fondazionemaxxi.it

Tel. +39 06.3201954

Dic 16, 2021AdminEmo2019
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