di Teresa Carrubba
Alla fine degli Anni Quaranta, quando la voglia di rinascita era quasi un dovere, in questo spicchio di Tarentaise l’anima mondana si manifestava nelle feste allestite dai primissimi, intraprendenti albergatori. L’eco di tali convivi arrivò presto nella Parigi-bene e nella borghesia savoiarda, e il successo fu inevitabile. Stile e professionalità, ereditati da quei pionieri dell’ospitalità, fanno ancora oggi di Courchevel una destinazione ricercata da sportivi esigenti i quali, da una stazione sciistica tra le cinque più importanti al mondo, si aspettano un’accoglienza di alto livello. E qui, di livelli ce ne sono ben 5, strutturati a spirale attorno alla montagna, in un crescendo di altitudine e di prestigio. Un’immagine presa in prestito ai cieli concentrici del Paradiso dantesco.
Saint-Bon (Courchevel 1100) e Le Praz (Courchevel 1300), due borghi che trasudano una forte tradizione montanara ammorbidita dalla moderna cultura dell’accoglienza. Courchevel 1550, dove si respira l’intrigante atmosfera degli chalet, ma non manca un centro residenziale con stazione sciistica che permette un rapido accesso alle vette e alle piste. Courchevel 1650, meglio conosciuta come Courchevel Moriond, favorita dai giovani per le vivaci proposte di attività e animazioni. Ma la ciliegina su questa torta a 5 piani, è Courchevel 1850, il top level di tutto il Comprensorio. Sono tutti qui gli alberghi, i ristoranti, i caffè e i negozi più lussuosi di Courchevel. Al livello 1850. Al top, e non solo geograficamente. Qui si concentra il beau vivre, il lusso, il cuore dell’ospitalità.
Qui si alternano, in suggestiva scenografia, le silhouette degli alberghi e grandi chalet in un leitmotiv architettonico sofisticato che disegna il profilo ricco di Courchevel. Alcuni chalet degli Anni Sessanta portano la firma dell’architetto futurista Denys Pradelle, con grandi vetrate e tetto piatto, a farfalla. Più di 80 strutture ricettive in tutto il Comprensorio, di cui 2 hotel Palace, 13 a cinque stelle, 1 a quattro stelle lusso e 7 a quattro stelle. Senza contare che, qui, anche le tre stelle sono di ottimo livello, lustrate dall’atmosfera calda e coinvolgente che nasce dai legni e dal sorriso dello staff. Tutto comincia con la neve, dunque, a Courchevel. Sempre perfettamente battuta, grazie al silenzioso scivolare notturno di una quarantina di gatti cingolati. Sempre abbondante, con i 2.000 cannoni che ne fabbricano di fresca, tanto per aiutare la Natura. Sempre sicura, per via degli 80 sparavalanghe, sofisticati dispositivi di disinnesco radiocomandato.
Trecentoundici piste che si snodano nei 600 chilometri del circuito des Trois Vallées, da quelle verdi per i principianti alle 13 nere per i più esperti ai 10.000 ettari per gli amanti dello sci fuori pista, e 200 impianti di risalita, fanno di questo comprensorio sciistico, un’azienda altamente competitiva. Una coccola in più per gli sciatori da parte di S3V (Société des Trois Vallées): “Le club Courchevel“ un legaccio più stretto con gli sportivi affezionati i quali vengono periodicamente informati su condizioni e iniziative della stazione invernale. Compresi i programmi delle grandi scuole di sci in cui ben 900 maestri si impegnano a trasformare sciatori impacciati in abili frequentatori delle piste. www.franceguide.com