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Home Racconti di viaggio LANZAROTE, GLI ELEMENTI RACCONTANO: ACQUA E ARIA

LANZAROTE, GLI ELEMENTI RACCONTANO: ACQUA E ARIA

Di Silvio Mitis

Dopo un caffè nel pittoresco mulino del giardino e una visita alle piantagioni di aloe vera che Lanzarote esporta in grandi quantità sottoforma di prodotti estetici o farmaci per via delle sue note proprietà rivitalizzanti, antiossidanti, lenitive e cosmetiche si può proseguire verso El Mirador del Rio dove l’elemento principale diventa l’aria perché ci si ritrova davvero immersi nella purezza dell’alto, tra le nuvole.

 

 

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La costruzione non va intesa come un banale punto panoramico che permette tra l’altro di ammirare il braccio di mare (da qui il rio, il fiume) che separa Lanzarote dalla quasi desertica Isla Graciosa frequentata dai subacquei, è piuttosto un capolavoro di bio-design ideato con tocchi superbi, sfruttando i punti di fuga naturali del paesaggio con l’effetto finale di rimanere integrato e assorbito nel paesaggio stesso. L’ennesimo incanto di Lanzarote che permette quassù di sentirsi sospesi nell’aria, tutt’uno con l’orizzonte, col deserto e con l’oceano che catturano l’occhio dalle grandi vetrate e dalle terrazze panoramiche.

 

 

L’aria dell’isola è anche quella dei suoi venti: specie in inverno a Lanzarote il vento è l’unica cosa che spesso si sente e si muove, muove gli arbusti, le onde del mare, le girandole di ferro (chiamati qui Los Juguetes del Viento) che insieme a delle sculture surrealiste segnalano le attrazioni turistiche agli incroci delle strade. E accompagna il volo dei gabbiani sulle spiagge, dei corvi sui crateri, delle upupe nelle campagne.

 

 

Ma siamo in un’isola e come in ogni isola l’elemento più cercato e atteso è per forza quello dell’acqua, del mare. Il posto per goderselo al massimo in una vacanza si trova alla punta sud, nell’abitato di Playa Blanca, che ha subito le metamorfosi tipiche di tanti paesini baciati dal sole e dal mare in una qualsiasi isola del Mediterraneo: prima villaggio tipico di pescatori, un anno dopo l’altro, un bar dopo l’altro, un locale dopo l’altro, ecco che diventa col suo lungomare animato un simpatico centro di movida e di divertimento, forse il soggiorno migliore per i giovani a Lanzarote.

 

 

Anche perché da qui partono i traghetti per Fuerteventura (soli 30’ di viaggio, con possibili auto al seguito) dove si sbarca a Corralejo, paese “gemello” che si sorregge sul turismo alternativo, sulla magia delle alte dune e sulle feste dei surfisti. Ma soprattutto perché da qui, con navette, con biciclette, taxi d’acqua o splendidi percorsi di facile trekking si raggiungono le meravigliose e dorate Playas del Papagayo che sicuramente sono il punto mare più bello e più caldo dell’isola. L’Oceano fa anche rilassare, andateci senza orari e magari con due birre da bere davanti al tramonto che dipinge il cielo di arancione e di viola.

Un ritorno nella parte nord di Lanzarote permette di concludere questo favoloso viaggio nel nome dell’acqua. La Laguna Verde, in località El Golfo, poco sotto il Mirador, è un luogo da stropicciarsi gli occhi. Per i colori, i contrasti, il verde dell’acqua, la scogliera bruna, i ciottoli neri della spiaggia, la terra rossa, il mare blu, la schiuma bianca delle onde. Farete 100 foto almeno e camminerete anche su scogliere di lava.

 

 

A livello scientifico la laguna è stata generata da un antico cratere vulcanico sprofondato sotto il suo peso, nella cui cavità è confluita l’acqua marina. In seguito gli organismi vegetali marini e le alghe hanno potuto prosperare nel lago grazie alla presenza dei sali minerali e gli hanno dato il suo tipico colore verdastro e la patente di ecosistema delicatissimo: qui infatti non si può fare il bagno.

Pochi minuti vi separano a questo punto da Playa Famara. Non ci arrivano in tanti ma è un luogo dal fascino estremo che ricorda Chiaia di Luna a Ponza quando non c’è nessuno. Una spiaggia lunga 6 chilometri e vuota, con l’oceano che ruggisce, la parete di roccia alta e impervia, una luce bellissima. Ci si deve andare per forza, anche solo per guardare i surfisti emergere dalla schiuma del mare o mangiare un ottimo pesce alla brace in una delle poche taverne presenti. Famara è un inno al mondo selvaggio di Lanzarote, è come la scogliera irlandese di Moher che si inchina davanti alla potenza e alla solitudine dell’oceano e si può scegliere come l’addio più giusto a Lanzarote.

 

 

Famara o la cartolina estetica di Lanzarote, Los Jameos de Agua, una specie di giardino delle delizie che è una perfetta fusione tra il mondo naturale e quello artificiale. Non è facile definire bene cos’è questo “Buco nel tetto”: un incrocio tra un’oasi e una grotta sotterranea, un patio andaluso imbiancato a calce con una piscina rilassante e turchina incorporata, un ristorantino romantico nel ventre della terra insieme a una sala da concerti dall’ acustica eccezionale. Tutto nasce da un percorso naturale creato da un tunnel lavico con dei fori nella parte alta che causano giochi di luce e ombra e un habitat ideale per piante, ruscelli e granchi albini ciechi (!!). Ma l’uomo è evidente che ci ha messo la mano, in modo geniale.

Mag 21, 2020AdminEmo2019
Essere donna in Oman, sospesa fra tradizione e modernitàVIAGGIANDO A LOSANNA CON UN GRANDTOURISTA INGLESE: EDWARD GIBBON
21 Maggio 2020 Mondo, Racconti di viaggio
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