di Luisa Chiumenti
Dopo un restauro di oltre tre anni, condotto dagli specialisti dell’Opificio delle Pietre Dure, è stata riposizionata in Galleria Palatina, nella Sala di Giove, insieme ad altri capolavori di Raffaello, Bronzino e Giorgione, la “Madonna della cesta” di Rubens. Sono stati così restituiti all’opera i colori perduti, come ha annunciato il Direttore Schmidt considerando il lavoro come “un’altra prova impeccabile di restauro”. Il restauro è stato compiuto dall’Opificio delle Pietre Dure, con la direzione storico-artistica di Marco Ciatti e Cecilia Frosinini, da Francesca Ciani Passeri e Patrizia Riitano con Andrea Santacesaria e le indagini diagnostiche sono state eseguite da Roberto Bellucci, Daniele Ciappi, Ottavio Ciappi, Andrea Cagnini, Giancarlo Lanterna e Isetta Tosini. La diagnostica in Fluorescenza XRF è stata eseguita da Claudio Seccaroni dell’Enea di Roma, La Casaccia.
IL DIPINTO DOPO IL RESTAURO
Quando, nel 2016, la “Madonna della Cesta” fu affidata all’Opificio delle Pietre dure, il dipinto era gravemente danneggiato specie per il sovrapporsi, nel tempo, di pesanti interventi di restauro sulla superficie dell’opera seicentesca le avevano conferito, con la sovrapposizione di vernici, che avevano del tutto offuscato l’originario assetto cromatico dell’opera. Francesca Ciani Passeri e Patrizia Riitano con Andrea Santacesaria, “esfoliando via” gradualmente tutti gli strati di vernice successivamente aggiunti, hanno restituito al capolavoro tutta la originaria qualità cromatica e “ammorbidito” il supporto di legno, eccessivamente irrigidito in seguito ad un vecchio intervento di consolidamento.
IL DIPINTO PRIMA DEL RESTAURO
E dalle parole del Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt riportiamo tutta l’importanza di questo “ritorno”: : “Quello della Madonna della Cesta è un altro grande ritorno di un capolavoro nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti in appena tre mesi …a luglio, dopo 75 anni di assenza a causa di un furto da parte dei nazisti, abbiamo potuto accogliere di nuovo il leggendario Vaso di Fiori dell’olandese Jan Van Huysum. Poche settimane dopo abbiamo portato nella Sala della Berenice la commovente Madonna della Gatta di Federico Barocci, rimasta per oltre dieci anni lontana dagli occhi del pubblico nei depositi degli Uffizi, e la copia coeva del Tradimento di Cristo di Caravaggio, anch’essa restaurata. Continueremo su questa strada, per rendere Palazzo Pitti, come merita, il più grande scrigno dei tesori artistici di Firenze”.
Per informazioni:
https://www.uffizi.it/opere/sala-giove