NELLE OPERE DI POMODORO, SINISCA, PEPPER, GARMI E GHENO
Mostra a Roma fino al 30 aprile all’Auditorium di Via Veneto
Di Mariella Morosi
Mezzo secolo di storia italiana tra lavoro e arte, attraverso la sublimazione della materia grezza lavorata dalle mani dell’uomo nelle fabbriche e nelle officine. E’ la metamomorfosi della materia divenuta arte, a dare il nome alla mostra “MetaMateria” in corso a Roma fino al 30 aprile negli spazi dell’Auditorium di Via Veneto, (Via Veneto, 89, 0642126630 mail: metamateria@fintecna.it) Un articolato percorso espositivo analizza il rapporto tra l’arte e l’industria attraverso le opere, i documenti e le testimonianza di cinque artisti contemporanei: Eugenio Carmi, Luigi Gheno, Beverly Pepper, Arnaldo Pomodoro e Sinisca. Il progetto MetaMateria – da materia d’industria a materia d’arte- è della Fintecna Spa, del Gruppo CDP, che ha raccolto l’eredità dell’IRI ( Istituto per la Ricostruzione Industriale) in collaborazione con Gmgprogettocultura.
Esposte anche le opere grafiche e pittoriche della precedente mostra “Ingegni d’Arte. Raccolta completa delle copertine di Civiltà delle Macchine”, che comprende tutte le copertina dei 27 anni di vita della pubblicazione della rivista aziendale dell’Iri,edita fino al 1979, in cui artisti e intellettuali, dopo aver visitato i luoghi di lavoro delle industrie e delle fabbriche, esprimevano con una copertina o con uno scritto le loro impressioni sul momento storico del boom degli anni 50 e 60. Le tre curatrici della mostra, Sabrina Fiorino, Claudia Canalini e Nicoletta Provenzano, hanno voluto riproporre l’iniziativa con la consapevolezza della sua importanza. “Abbiamo riallacciato i rapporti – hanno detto alla presentazione della mostra- con alcuni degli artisti che in quegli anni hanno collaborato con le istituzioni per restituire al lavoratori e alle imprese la dimensione umana.
Quando le aziende investono in arte danno prova di una grande maturità civica contribuendo alla crescita intellettuale e spirituale dei singoli e della collettività”. Attraverso tale esperienza il sistema industriale si caricò così di cultura e di spiritualità fissando le tappe di trasformazione di un Paese in corsa verso la modernità. E’ una lungimiranza – quella di evidenziare la centralità della culrura- nella società del tempo- che va riconosciuta all’ex IRI. A firmare quelle copertine furono artisti come Afro, Capogrossi, Mafai, Marini, Vedova, Vestognani, Campigli, Greco e tanti altri. Oggi, con la mostra MetaMateria, il modello vuole essere riproposto anche grazie anche alle opere originali agli artisti. “La nostra collezione d’arte – ha detto il direttore generale Fintecna, Riccardo Taddei- restituisce non solo l’identità di un’azienda ma anche il rapporto, forse unico, di una grande cultura d’impresa che ha sempre avuto stretti legami con gli artisti” . Da qui è emersa la necessità di una divulgazione dei beni come progetto di restituzione alla memoria collettiva attraverso l’ istituzione di un polo museale. Sull’arte, portata nella vita di un’azienda, si è espresso anche Giorgio Incurvati della Fintecna. “L’arte – ha detto- può aumentare la nostra capacità percettiva, favorire un approccio consapevole e e consentire di elevare la qualità di quello che facciamo, che siano rapporti, processi o prodotti”. A integrare la ricostruzione storica del periodo del boom nella mostra, che rende noto al grande pubblico il ruolo guida che allora aveva assunto l’arte all’interno dell’impresa, hanno contribuito i 5 artisti: con le loro opere, le testimonianza grafiche e le interviste che rappresentano in percorsi che hanno cambiato il linguaggi dell’arte nella società moderna.