
Testo di Anna Quaglia
Foto di Anna Quagia e Archivio
Un incontro tra ex compagni di università mi ha portato pochi giorni fa a Venezia. Eravamo studenti di Lingue e Letterature Straniere e di Economia e Commercio a Ca’ Foscari. Sono arrivata in treno da Ferrara – come studentessa arrivavo da Padova ma sempre in treno – e mi sono ritrovata alla stazione di Santa Lucia con una ex compagna di studi che invece proveniva da Vicenza. Insieme abbiamo voluto ripercorrere il solito tragitto che negli anni ’70 ci conduceva dalla stazione all’università. Venezia è rimasta nel nostro cuore quindi ci siamo incamminate lungo calli che solitamente non sono frequentate da orde di viaggiatori chiassosi. Questo breve percorso vuole essere un piccolo suggerimento per chi vuole trovare calma, tranquillità e scoprire una Venezia nascosta, intima, più profonda quasi avesse paura di mettersi in mostra ma nello stesso tempo desiderosa di farsi conoscere sotto un altro aspetto.
Il nostro tour inizia alla Stazione di Santa Lucia, attraversiamo il Ponte degli Scalzi e siamo sull’altra sponda del Canal Grande, andiamo a destra fino ad arrivare al Campiello della Comare con la chiesa di San Simeon Piccolo all’angolo. Facciamo pochi passi e il Campiello prende il nome di Calle Nova de San Simeon. Questa calle è stranamente silenziosa, proseguiamo fino alla fine e giriamo a destra su Ramo de le Chioverete. Sembra di essere sulla terra ferma. Pochi passi e si svolta a sinistra su Chioverete de San Simon che poi diventa Calle Sechera: qualche piccolo bar e ristorantini fanno la loro comparsa. In fondo un ponticello, – Ponte Canal – lo attraversiamo e passiamo sotto un arco: Calle de Mezo. Questo breve tratto è fantastico: le abitazioni sono tipiche veneziane con grandi finestre e persiane in legno a libro e …..tanti giardini frutto di un progetto di case salubri adottato dal Comune agli inizi del ‘900!!! Proseguiamo la nostra passeggiata e alla fine della calle andiamo a sinistra per Calle de le Chiovere.
Questa era la mia strada preferita ai tempi dell’università, specialmente in inverno con la nebbia. Anche qui case con giardini, finestre in stile gotico e qualche bar: potrebbe essere una comunissima via se non fosse che alla fine, girando a destra, ci si trova nel Campiello de le Chiovere con il classico pozzo al centro. Pochi passi ancora e sulla destra ecco la famosa Scuola di San Rocco, assolutamente da visitare: è un edificio che non ha mai subito cambiamenti sin dal momento della sua fondazione e che contiene il ciclo pittorico del Vecchio e Nuovo Testamento del Tintoretto. A due passi da San Rocco c’è la Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari detta più semplicemente I Frari che racchiude dei capolavori quali la celeberrima Assunta del Tiziano. Ospita non solo opere d’arte ma anche monumenti funebri di personalità legate a Venezia quali Claudio Monteverdi, Antonio Canova e lo stesso Tiziano.
Andando verso l’università noi, studenti di un tempo, una volta arrivati in Campo San Rocco passavamo sotto il Sotoportego San Rocco, attraversavamo il Campiello San Rocco, si saliva il ponticello proprio davanti a noi e passavamo sotto il Sotoportego del Scaleter. Io e l’amica dovevamo girare a sinistra ma non abbiamo resistito dal volgere lo sguardo a destra per assicurarci che ci fosse ancora la Pasticceria Tonolo, meta obbligatoria degli studenti prima dell’inizio delle lezioni. Confesso però che ogni momento era buono per andarci. Tonolo c’è sempre quindi proseguiamo verso sinistra in Calle Crosera fino ad arrivare a Calle Larga Foscari. Calle Foscari ci porta proprio davanti all’Università una volta attraversato il Ponte Foscari. Meta raggiunta. Suggerisco una pausa caffè o pranzo nel bar di Ca’ Foscari all’interno del cortile. Una volta non c’era, che peccato!! Consiglio di continuare il percorso per andare a visitare una chiesa da poco restaurata, un piccolo gioiello chiamato Chiesa di San Sebastian.
Si oltrepassa l’università, si attraversa il Campiello dei Squelini dove si può notare il grande pannello musivo dell’artista Marcello Pirro, posto lì negli anni ’80, unico esempio di arte contemporanea permanente. Si prosegue a destra e subito a sinistra per Calle del Capeler. In fondo andiamo a destra per Calle del Fabro e giriamo per Calle de le Boteghe, attraversiamo il Ponte San Barnaba ed ecco Campo San Barnaba con l’omonima chiesa. Attraversate il Campo e vi troverete davanti al famoso Sotoportego del Casin dei Nobili – nome che è tutto un programma – ma si sa Venezia è teatro! Sulla destra invece c’è Calle Longa San Barnaba, la percorriamo, attraversiamo il Ponte de l’Avogaria, continuiamo per Calle de l’Avogaria ed ecco il Ponte de San Sebastian con l’omonima chiesa. Tipico esempio rinascimentale a unica navata; è importante soprattutto per un ciclo pittorico di Paolo Veronese che dipinse il soffitto della Sacrestia. Il pittore è sepolto in questa chiesa.
La città lagunare non è semplice da spiegare, è una rete di calli, porteghi, sottoporteghi o meglio “sotoporteghi” – una sola “t” -, campi e campielli che possono confondere il turista. Spesso ci si trova davanti a nomi impronunciabili perché scritti in lingua veneziana ma se vi prende la curiosità di conoscerne il significato si possono trovare le spiegazioni su internet o meglio ancora sul volume “Curiosità Veneziane” di Giuseppe Tassini (vera bibbia per questa materia). Questa che ho descritto è una Venezia “off the beaten track” come dicono gli inglesi e da brava studentessa di lingue non potevo esimermi dall’utilizzare un’espressione inglese. Questa è la Venezia meno battuta e meno conosciuta ma dove si incontra ancora qualcuno che non è turista ma gente comune, dove i negozi non sono negozi di massa ma hanno mantenuto la loro identità e personalità e dove in qualche “bàcaro” si può gustare la vera anima e il cuore di Venezia.
Un particolare ringraziamento all’amico Corrado, veneziano doc ed ex universitario, che mi ha aiutato a ricostruire i nomi delle calli e ad aggiungere qualche preziosa curiosità.